Archivi categoria: Angolo Prosa

Not even jail

We are made to be prisoners. We are prisoners of our own mind and our
mind itself it’s a prisoner in our body. Our brain is isolated from the rest of
the body, closed up by the skull and has very few means of connection with the
outside. The nature itself of our structure reminds us that we are alone and far
away from the others. And we keep building this cell during all our lives.
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Rassegnati all ’ironia italiana

Binetto: «Io sono un rottamato, chi ho
sistemato, ho sistemato!»
Checco: «No, Senatore, a me avete già
sistemato, io sono del paese vostro, voi
avete sistemato mio padre al Comune e
mio zio alla Regione.»
Binetto: «A te dove ti ho messo a non
far nulla?»
Checco: «Alla Provincia!»
Binetto: «Ah, sudore, sudore!»
Checco: «Ma ora avrà sentito, Senatore…
mi mettono in mobilità!»
Binetto: «Ma che mobilità, quelli vogliono
licenziare!»
Adesso ero davvero solo, in balia di un
destino avverso, ma l’angelo custode
non abbandona i suoi posti fissi.
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2016, Perugia e gioventù: La città che è tornata in ballo

«Cari giovani, reagite a corruzione e ingiustizie. Voi non sarete il futuro se non siete già ora  il presente, finché non lo vivete già da adesso da protagonisti.»

–  Papa Francesco-

Gli esseri umani cambiano? Con l’età sempre meno, l’ha detto persino Dr. House. Il regresso è una galleria a senso unico, un luogo angusto e claustrofobico, ma c’è spazio per invertire la marcia – sempre che non si prenda troppa velocità e si finisca sul fondo, laddove si apre la voragine. A Perugia, molte persone vili decisero di barricarsi dentro Palazzo dei Priori.
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Immigranti e disintegrazione: un Natale italiano meno bianco del solito

Cattura 3

“I cuori semplici, pregando ai piedi del Presepio, vedono nel Natale una luce di speranza nella tragedia del nostro tempo. Nel mondo di oggi, tutto è frastuono e disordine; nel Presepio tutto è ordine, raccoglimento, spirito soprannaturale. Il Presepio è lo specchio di una società capace di rendere gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà.”
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The world is made out of art

Cattura 2

The world is made out of art. The way each one of us wakes up, the way we put
our feet on the ground while heading to make coffee in the morning, the feeling
of emptiness that fills our lungs through the thick morning air. Every breath in the
winter cold could be longly described by paragraphs in books, the way we perceive
spring colours could be explained only through paintings and the melancholy of
autumnal afternoons only through rough voices in slow songs.
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I’m moving past the feeling, again

‘I knew it wasn’t too important, but it made me sad anyway’ – The Catcher in the Rye (J.D Salinger)

In this one simple sentence there are two big acknowledgements; the first is the acceptation of sadness, the second is the realisation of what’s causing it and the decision that it is not important. The sadness remains in some ways unjustified, but
Holden Caulfield couldn’t care less. Because he doesn’t feel the need to receive permission to feel sad, he doesn’t have to prove anything to anyone, he is sad and he’s going to say it to the world through his many filter-free dialogues.
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La buona pubblicità: quando e come la reclame fa la cultura.

Se chiedete a un milanese, abbassando il finestrino lungo uno dei viali che portano fuori, vi risponderà che oltre Milano c’è Milano e poi ancora Milano e Milano. Ma è un difetto di visione al quale l’occhio milanese si abitua dalla nascita – un velario
di nebbie, vapori e fumi che intercetta e riflette la luce – a rendere indefinito ciò che si stende oltre le ultime case ed i tralicci dell’alta tensione.
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Il crollo del muro di gomma, il silenzio fa troppo rumore

« Ci sono voluti dieci anni, dieci anni di bugie, dieci anni di perché senza risposta. Perché chi sapeva è stato zitto? Perché chi poteva scoprire non si è mosso? Perché questa verità era così inconfessabile da richiedere il silenzio, l’omertà, l’occultamento delle prove? C’era la guerra quella notte del 27 giugno 1980: c’erano 69 adulti e 12 bambini che tornavano a casa, che andavano in vacanza, che leggevano il giornale, o giocavano con una bambola.
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So take your gloves and get out

I’m not ready to open some inverted commas and let any
of the other characters talk. The furthest I can get is to sum
up what they said and then comment on that, but without
writing an actual dialogue, the ones in which you start each line with a reply
from the different speakers, those scare me way too much. My writing needs
to be in quick succession, one block, little punctuation, thoughts must flow.
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Morte e rinascita

Dio, perdona la mia povera anima che a lungo ha peccato in vita, perdona il mio spirito che solo in punto di morte si è sollevato dalla pesantezza della carne e si è innalzato verso la tua misericordia. L’ Acqua Santa si è mescolata alle lacrime e al sangue, come la nuova pioggia colma e pulisce il corso inaridito di un fiume, così sento il mio spirito lavato via da ogni peccato e pieno di speranza.
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Neighbourhood

I’ve been living here since I was a child. I think this is the main reason why I can’t stand my neighbours; they’ve seen me through every fase of my life and they’ve witnessed my growth. If I’ve changed myself throughout life evidently it was because I didn’t like myself and I want no one to be able to see in me someone else I was before.
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Tre generazioni letterarie: il paradigma latinoamericano

Negli anni Sessanta, dalla terra conquistata e nei secoli più volte insorta, che è l’America Latina, è giunta una vera e propria rivoluzione. Il nuovo paradigma della letteratura in lingua spagnola ha dato vita ad un movimento culturale di grande portata: la fondazione di una letteratura a suo modo post-coloniale e transnazionale, l’abbattimento del predominio culturale dello stato colonizzatore su quello colonizzato, la nascita di una nuova cultura comune di cui , per l’appunto, questo “paradigma ibero-americano” è espressione genuina.

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Su un foglio di carta

Scrivere è un grosso problema, grossissimo, perché spesso non si riesce a riportare fedelmente sulla carta quello che la mente elabora. Eppure, mano e testa sono due appendici dello stesso corpo, ma sembrano essere in conflitto tra loro per qualche incomprensibile motivo. Così, immagino di trovarmi davanti a te, Scrittore, davanti ad  un “prescelto”, ovvero uno di quelli che hanno ancora il coraggio di voler scrivere delle storie, uno di quelli la cui mano risponde ai comandi, sotto la punta delle cui dita la tastiera suona ritmi veloci. “Voglio scrivere” ti dici “ma non so cosa scrivere”.

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Una vita illustre: Gabriel García Márquez

Gabriel García Márquez è stato uno scrittore e giornalista colombiano nato a Anacataca nel 1927; primo di sedici figli, iniziò la sua carriera come redattore e reporter presso il giornale El Universal, che proseguì tra le fila del El Heraldo e in seguito del El Espectador. Nel 1958, dopo il matrimonio, si recò a Cuba, dove conobbe Fidel Castro e il già noto rivoluzionario Ernesto Che Guevara; questo rapporto non compromise l’ascesa della sua fama negli Stati Uniti, che arrivò a garantirgli persino la stima dell’ormai ex-presidente Bill Clinton.

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Tre generazioni letterarie: l’evento

Incuriositevi! Pare sussurrare l’inusuale accostamento degli articoli di T.P e P.G.R.
Un Mecenate di oggi organizza un simposio. Crateri pieni fino all’orlo di BioCola, triclinii concepiti da una qualche mente scandinava o UGRO-FINNICA accompagnano “el SOBREMEZA” (lunghissime conversazioni a tavola tipiche dei latinos), mentre un’ottantina di convitati ascoltano e bevono e mentre bevono, muti ma con le orecchie ben tese, vengono resi partecipi di uno scontro epocale, tanto raro quanto necessario, chi comodo sulla sedia, chi accovacciato sul pavimento, chi accostato al muro coprendo meno spazio possibile a quello che gli sta dietro.

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Un punto fisso nel mutamento

Le discipline umanistiche sono quelle discipline accademiche che studiano l’uomo e la condizione umana, utilizzando strumenti analitici, critici o speculativi, distinguendosi così dall’approccio principalmente empirico delle scienze umane e naturali. Nel loro complesso esse comprendono le discipline storiche, quelle speculative come la filosofia, la religione e il diritto, le discipline linguistiche come la filologia e la semiotica, e le varie discipline artistiche come la letteratura, le arti visive e le arti performative.
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Dal Principe al Divo: riflessione sulla politica

«Livia, sono gli occhi tuoi pieni che mi hanno folgorato un pomeriggio andato al cimitero del Verano. Si passeggiava, io scelsi quel luogo singolare per chiederti in sposa – ti ricordi? Sì, lo so, ti ricordi. Gli occhi tuoi pieni e puliti e incantati non sapevano, non sanno e non sapranno, non hanno idea. Non hanno idea delle malefatte che il potere deve commettere per assicurare il benessere e lo sviluppo del Paese.
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Agli antipodi in un istante

I miei compagni ed io stavamo camminando uniti, quando ad un tratto, vedendo ombra di figura umana in terra, ci fermammo spaventati. Omo camminava e parlava con anima senza peccato e senza fede1, che sembrava dar degni consigli. Quando l’anima ebbe finito di parlare, allora l’uomo si diresse verso di noi: guardommi con pietate, e gentili e nobili parole rivolsemi. Decisi così di mostrar coraggio e, staccandomi dal gruppo timoroso, mi avvicinai a lui e a domanda precisa, risposi: “Io son la guerriera Clorinda, figlia di Sanapo, re della santa Etiopia2. Venni uccisa da colui che mi amava sopra tutte.

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Shadows and Dust Capitolo 2

In tutto saremo 45. La scuola in totale conterrà sui 310 studenti massimo. Alla fine di ogni anno diamo un esame ed anche se lo passiamo possiamo decidere se abbandonare ed iniziare un mestiere. Se non lo superiamo, iniziamo di nuovo dal primo anno il ciclo scolastico. Perciò, solitamente, chi non passa l’esame abbandona ed impara dai genitori una professione, prevalentemente manuale, che potrà contribuire alla sussistenza dello Stato. Quindi, chi termina gli studi prima della fine del ciclo, potrà fare solo l’operaio, il fabbro, l’artigiano e simili; se conclude il ciclo, invece, può anche fare il filosofo.

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Shadows and Dust – Capitolo 1

Apro gli occhi, interrompendo il mio incubo. Guardo l’ora: sono ancora le cinque del mattino. Resto a fissare il soffitto per qualche minuto, ancora con il fiatone per la visione apocalittica che ho avuto nel sonno. È stato qualcosa di seriamente spaventoso, mai avuti sogni simili. Le lezioni inizieranno fra tre ore e mezza, direi che ho tempo. Forse è meglio ripassare per Economia Malvagia. Io ed i calcoli non andiamo molto d’accordo e potrebbero interrogarmi, nonostante la scuola sia iniziata da poco. Per fortuna al test di Determinazione Malvagia ho preso il punteggio massimo ed al tema di Creatività ho ottenuto un voto più che buono.
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Oh che bel castello… Letture incrociate

Ludovico Ariosto e Italo Calvino. Quasi mezzo millennio li separa, eppure riescono ad essere così simili, nel loro modo di accendere nella nostra mente la luce brillante della fantasia. Il primo, poeta e commediografo nella corte rinascimentale di Ferrara, il secondo, scrittore partigiano e raffinatissimo intellettuale. L’Orlando furioso è l’opera più bella e famosa di Ariosto, il cui complicato intreccio narra “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, l’audaci imprese” , maghi e mostri, evocando un universo fantastico e complesso, con disincanto, arguzia e ironia.
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