2016, Perugia e gioventù: La città che è tornata in ballo

«Cari giovani, reagite a corruzione e ingiustizie. Voi non sarete il futuro se non siete già ora  il presente, finché non lo vivete già da adesso da protagonisti.»

–  Papa Francesco-

Gli esseri umani cambiano? Con l’età sempre meno, l’ha detto persino Dr. House. Il regresso è una galleria a senso unico, un luogo angusto e claustrofobico, ma c’è spazio per invertire la marcia – sempre che non si prenda troppa velocità e si finisca sul fondo, laddove si apre la voragine. A Perugia, molte persone vili decisero di barricarsi dentro Palazzo dei Priori.

Al tempo, il presente non apparteneva a nessuno di loro, né tantomeno
ai giovani cittadini, il che è abbastanza irragionevole ed un po’ paradossale, molto malinconico. Perugia era stata lanciata su Announo di Santoro come la “capitale italiana della droga”; non aveva tutti i torti anche se l’allora sindaco mise un piede
fuori per fare ricorso contro La7. Loro stavano immobili ma simultaneamente erano rapidi come missili nella famigerata corsa al regresso di cui sopra, si trovavano ad un passo dal
baratro, loro. Forse non sappiamo nemmeno bene chi fossero, ma ciò non ha più importanza e non è nostro, non lo è mai stato, ci sarebbe troppo da imbarazzarsene. Però è nostra la libertà di distinguerci, di rifiutare certi sistemi equivoci e di esprimerci, e giacché oggi siamo nel 2016 e l’anno in corso appartiene e spetta – secondo una giuria nazionale – proprio ai giovani di Perugia, dunque significa per forza che qualcuno è uscito dal Palazzo per più di un secondo ed ha iniziato a frenare la smodata discesa. Non ha detto “vergogna!” o “guarda quanto sono bravo”, non ha fatto polemiche, né antipolitiche.
Si è fermato ed ha rigirato, ora sta risalendo il tunnel e si crede che abbia già intravisto un alone, un riverbero. Ne è un sintomo vero l’attribuzione del titolo di “capitale italiana dei giovani”, e lo è anche l’arrivo alle semifinali per quello di “European youth capital”. E questo qualcuno non è stato solamente chi li ha guidati lungo il percorso giusto, con l’enorme merito di  aver fatto riscoprire l’amore e la bellezza della città, ma proprio
gli stessi giovani della Perugia più bella che c’è e che, bizzarro, c’è sempre stata, benché infossata nel pantano dell’inefficienza e della passività con la quale il capoluogo umbro è stato bassamente tutelato – più simile forse ad una perpetua sabbia mobile che sprofonda inghiottendo tutto. Correttamente una simile ignoranza burocratica – data perlopiù dall’egoismo e dall’eccedente certezza del potere degli egemoni che ora stanno
finalmente scontando i loro errori – non era stata premiata con il titolo di “capitale della cultura” – sarebbe stato incoerente, eppure per alcuni era una pretesa in ogni caso scontata, raccapricciante ostentazione. Questi giovani sono gli stessi
di prima, ma ora indirizzati lungo una via migliore. Non più quelli della droga, della criminalità e del malaffare, della paura, ma i giovani della bellezza, dell’orgoglio di se stessi e delle proprie origini, ed anche un po’ dell’azzardo, perché chi “è”, osa e rigenera. Grazie alla corrente amministrazione nuove iniziative hanno preso piede nella città a favore dei giovani, e non sono più riaperture di circoli di partito in cerca di tessere
il cui slogan era “ripartiamo dai giovani”, ma sono locali per l’incentivazione dell’istruzione, la cultura, lo svago e quindi la riunione ed il divertimento (per quanto meno sfrenato di quello di una volta…). Si riscoprono i parchi, i luoghi delle civiltà arcaiche e di San Francesco d’Assisi, si riscopre la bellezza dello studio, della condivisione, del vivere bene insieme senza dover eccedere; tutto ciò perché c’è dietro un motore,
un incentivo che prima non esisteva: i giovani hanno bisogno di essere incentivati, incitati, incuriositi, indotti, interessati. Quante volte avete sentito il termine “capitale”? Oggi siamo
una capitale comune, ed è questa la nostra medaglia, ad una faccia sola. Come sempre c’è ancora moltissimo da fare ma nessuno si è arrestato e l’ingranaggio sembra essere ben lubrificato perché, contrariamente da quanto detto in apertura, il progresso è naturalmente una salita ma non finisce. Questi giovani sono il ceffone agli eterni scettici della Perugia di tre anni fa, delle assidue campagne di autoconvincimento del contrario del mondo reale alle quali, quando si uscirà dal tunnel, la gente non presterà più fede, nemmeno per un attimo.

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