Soltanto i libri insegnano a leggere il mondo

libriPotrebbe essere più vicina ad avverarsi di quanto non si pensi, la profezia di Bradbury. Ciò non significa che la lettura sarà bandita ed i governi faranno bruciare tutti i libri, come nel mondo distopico di “Fahrenheit 451”. Come dice Josif Brodskij, poeta russo del XX
secolo: “Ci sono crimini peggiori del bruciare libri. Uno di questi è non leggerli”. Purtroppo, i dati statistici confermano che oggi questo “crimine” è sempre più diffuso.

Si registra, infatti, una crescita del fenomeno lettura in senso inverso rispetto al periodo compreso
tra gli anni ’60 ed il 2000, durante il quale in Italia, come in altri paesi, la percentuale dei “lettori” era più che raddoppiata. Oggi il 60% degli italiani dichiara di non aver letto un libro nel corso dell’ultimo anno, stando all’indagine dell’ISTAT; ma anche oltreoceano,
laddove il dato è comunque assai meno sconcertante, il New York Times lamenta un vistoso calo d’interesse: secondo un articolo di inizio 2015, solo il 31% dei giovani americani legge, il 6% in meno rispetto all’anno precedente. È assai evidente che nel nuovo
mondo dove imperano gli smartphone, i social networks, il web e l’informazione mediatica la pagina scritta ha perso importanza. La nostra società sta perdendo un elemento che la contraddistingue e che deve essere recuperato, poichè leggere è necessario per potersi
realmente formare come individui. In primo luogo, la lettura ha effetti determinanti sulle funzioni intellettive. Come mostra un recente studio della Open Education Database, leggere corrisponde a provare delle esperienze reali! Attiva il cervello facendogli “ascoltare” una narrazione, stimola molte funzioni superiori (soprattutto nel caso della lettura “doverosa”, cioè dello studio letterario), fa affluire sangue alla corteccia cerebrale (quando si legge per piacere), ed induce a pensare in maniera sequenziale. Il lettore è dunque in grado di distinguersi nel mondo digitale e globalizzato, che vive
delle sue immagini e comunica attraverso messaggi semplificati, in quanto l’intelligenza del cittadino medio è regredita ad una forma più elementare. Con la lettura è veramente possibile costruire una personalità indipendente e critica, tanto è vero che, come illustra in
forma estrema il già citato romanzo di Bradbury, il modo migliore per soggiogare alle proprie idee ed uniformare una massa di persone è negare loro la
possibilità di istruirsi in maniera consapevole: come ricordava Nelson Mandela, recentemente defunto, l’educazione è l’arma più potente che si possa usare
per cambiare il mondo. Se non si legge si perdono quelle esperienze di vita che portano a conoscere le diverse sfumature del mondo degli uomini, nonché degli uomini
stessi: per costruire idee e sentimenti propri, è necessario conoscere
differenti idee, gerarchie di valori, infinite varietà di comportamenti, stati d’animo e sensazioni; ogni personaggio in cui ci si immedesima lascia qualcosa di sé. Sostiene Italo
Calvino che alcuni libri, i classici, siano in grado di condizionare la personalità del lettore anche dopo che egli si è dimenticato la trama. La conoscenza attraverso la lettura del
mondo umano permette di aprire la propria mente e di decidere in maniera più consapevole, quando la vita lo richiede. In definitiva, soltanto la lettura consente di formarsi al pensare e, come ricorda l’iscrizione sopra la porta della Biblioteca
di Tebe, non si può rinunciare alla “medicina dell’anima”.

Federico Vitillaro

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