LAMPEDUSA, PER NON DIMENTICARE

3 ottobre, Canale di Sicilia, Lampedusa.
Ennesima strage, tante persone morte alla ricerca della salvezza.
Un peschereccio trasportante circa 500 migranti tra giovani, anziani, donne, uomini e bambini, ha preso fuoco durante la notte a circa 60 miglia a sud di Lampedusa, costringendo i presenti a scegliere tra morire bruciati o cercare scampo in mare. I sopravvissuti per ora ritrovati sono 150. Ad oggi si stima una cifra di 350 morti.
Lo Stato ha dichiarato in data 11 ottobre una giornata di lutto nazionale per commemorare questa strage.

11 ottobre.
Mentre la comunità esprimeva il dolore per la tragedia, mentre le scuole proponevano un minuto di silenzio per dimostrarsi vicine e sensibili ad un fatto di cronaca così rilevante, un’altra disgrazia simile stava accadendo. Un nuovo barcone con 300 persone a bordo, schiacciate l’una sull’altra, si rovesciava in mare davanti alle coste di Lampedusa. 34 morti, 235 sopravvissuti: il numero di vittime complessivo ammonta ad una cifra inaudita. Inaudita sì, ma con il passare dei giorni la notizia perde sempre più visibilità, come se fosse meno impressionante.
Credo che tutti noi dovremmo prendere coscienza e riflettere su questi ultimi fatti di cronaca in relazione alla situazione politica corrente. L’intera società si concentra da anni sulle figure dei potenti, sui problemi politici e soprattutto economici. La politica ormai è condizionata da singole persone che fanno gli interessi di gruppi potenti; ma la politica dovrebbe essere intesa come l’attività di coloro che lavorano per la società, la comunità. La politica sono le nostre esigenze, la politica siamo noi. E quello che ci tocca. Ma sono le infinite discordie dei politici che occupano le principali testate giornalistiche ogni giorno. Ma allora perché queste stragi hanno una esposizione mediatica così breve come se alla comunità civile non importasse niente? Secondo quale criterio e soprattutto per quale scopo si attribuisce più importanza mediatica a queste squallide figure che invece a 20.000 persone morte in 10 anni solo nel canale di Sicilia?

Angela De Nicola

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