Master Of Puppets

liico gelli“Per cinquant’anni è stato l’uomo nero dell’Italia nera, il fantasma a cui sempre si ricorreva quando c’era qualcosa che non andava, che non si capiva, quando c’era bisogno di risolvere un enigma inspiegabile.” -La Nazione

15 Dicembre 2015, si spegne nella sua dimora a Villa Wanda – Arezzo – l’imprenditore
e Gran Maestro della loggia massonica P2, Licio Gelli. Si tratta di uno
dei più controversi e discussi personaggi del Novecento, un’entità che conosciamo
ed allo stesso tempo non conosciamo affatto. Ripercorriamo insieme gli
“highlights” della singolare carriera del burattinaio che, talmente potente ed influente,
comandava e proteggeva tra i più potenti politici ed imprenditori italiani.

Il golpe Borghese

Licio Gelli avrebbe avuto un coinvolgimento nel colpo di Stato tentato dall’ex
comandante della Xa Mas, Junio Valerio Borghese, nel 1970. Negli anni è emerso,
infatti, come Gelli fosse uno dei primi associati al Fronte Nazionale di Borghese,
tanto che avrebbe dovuto addirittura partecipare al golpe catturando il presidente
della Repubblica Giuseppe Saragat. Secondo la Commissione d’inchiesta
sulla loggia P2, però, fu proprio Gelli a far cambiare i piani a Borghese, ordinandogli
di annullare l’intervento militare.

La P2

Questa loggia massonica segreta, guidata da Gelli a partire dal 1970, è finita
al centro dei principali scandali della storia italiana degli ultimi
trent’anni: dalla strage di Bologna allo scandalo del Banco Ambrosiano, passando
per il tentato golpe Borghese, il sequestro Moro e Tangentopoli.
La lista degli appartenenti alla loggia – rinvenuta durante una perquisizione
della residenza di Gelli e resa pubblica da Forlani nell’81 – includeva 962
nomi, tra cui l’intero gruppo dirigente dei servizi segreti italiani, ministri,
parlamentari, imprenditori come Silvio Berlusconi, finanzieri come Michele
Sindona, magistrati, editori e giornalisti come Gervaso e Maurizio Costanzo.

Il caso Moro

Licio Gelli fu più volte accusato di aver rivestito un ruolo attivo nel caso del sequestro
e dell’omicidio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro,
avvenuto nel 1978. I principali posti di potere all’ interno dei servizi segreti erano
infatti occupati da uomini iscritti alla loggia P2, come il comandante della
Guardia di finanza Raffele Giudice. Secondo alcuni, il Gran Maestro avrebbe
concordato con i leader delle Brigate Rosse di eliminare Moro, che per entrambi
i fronti era un personaggio “scomodo”.

Strage di Bologna

Il 2 Agosto 1980, l’esplosione di un ordigno alla stazione ferroviaria di Bologna provocò 85 morti e 200 feriti. Assolto in via definitiva dall’accusa di associazione eversiva, nel 1994
Gelli fu condannato, insieme ad altri suoi sottoposti della P2, a 10 anni per calunnia aggravata dalla finalità di terrorismo e per aver tentato di depistare le indagini sulla strage.
A caratterizzare il processo fu anche la misteriosa rinuncia all’incarico da parte di uno dei legali civili, che abbandonò il collegio dopo due incontri con Gelli a Villa Wanda.

Tangentopoli

Il suo coinvolgimento nell’inchiesta “Mani Pulite” riguardò l’esistenza del famoso “conto protezione”, il conto bancario svizzero aperto all’Ubs di Lugano da Silvano Larini per permettere a Roberto Calvi di versare tangenti dal Banco Ambrosiano al Psi. Condannato in primo grado ed in appello, la Cassazione decise di annullare la condanna di Gelli per improcedibilità dell’azione penale. Nonostante ciò, egli fu condannato per bancarotta
fraudolenta per il crac del Banco Ambrosiano nel 1982.

 

Leonardo Della Sera

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