L’uomo bicentenario di Dmitry Itskov, ma questo non è un film

Una sola vita non è abbastanza. Così un miliardario russo, Dmitry Itskov, progetta di viverne una extra large inseguendo il sogno atavico dell’uomo: l’immortalità. Fantasia? Fantascienza? Non più. Se fino a pochi anni fa un’idea del genere sarebbe stata improponibile e considerata folle, ad oggi nella comunità scientifica sono in molti a prenderla sul serio.

Dmitry Itskov dal canto suo ha già messo nero su bianco una tabella di marcia molto precisa per il suo Avatar project: entro il 2020 sarà stata perfezionata una nuova generazione di corpi robotici controllabili direttamente tramite gli impulsi elettromagnetici del nostro cervello (avete presente il film “Il mondo dei replicanti”? o il sistema tramite cui vengono controllati gli Avatar nell’omonimo film di James Cameron? la prima tappa del progetto è molto simile per capirci) e nei successivi cinque anni sarà reso possibile anche il trapianto radicale del cervello umano nel corpo robotico. In questo modo non solo saranno stati superati tutti i problemi e la malattie legate al deperimento del nostro corpo umano, ma trattamenti farmaceutici specifici permetteranno la conservazione in salute il cervello – tutto ciò che rimarrà del nostro vecchio corpo – per un tempo molto più lungo di una normale vita umana. Ma non siamo ancora arrivati alla soluzione finale per il magnate russo, non è ancora abbastanza. Dal momento che al deperimento del corpo umano non ci si può opporre, è ineluttabile, la tappa successiva non può che prevedere, entro il 2035, la creazione di un nuovo corpo robotico che, invece di contenere un cervello biologico ospite, sia dotato di un dispositivo capace di emularlo alla perfezione in cui poter riversare la coscienza umana. Avete capito bene, lo spirito è forte ma la carne è debole, dunque Dmitry ha pensato di cercare qualcosa con cui sostituirla, qualcosa di migliore ovviamente, e una memoria artificiale (come quella di un computer) sembra essere la soluzione migliore. Assurdo? Però un ricercatore di nome Theodore Berger è già riuscito a sostituire l’ippocampo di un topolino con un microchip e in seguito a dimostrate che le sue cavie erano comunque in grado di conservare una memoria. Su queste basi il progetto non sembra più così folle come a una prima impressione. L’ultima fase da raggiungere entro la deadline del 2045 è l’abbandono anche del corpo robotico: il traguardo finale consiste nel completo trasferimento dell’individuo nella dimensione digitale con la possibilità di manifestarsi, all’occorrenza, attraverso un ologramma dalle sembianze umane.

La tabella di marcia dell'Avatar project della 2045 Initiative

La tabella di marcia dell’ “Avatar project” della 2045 Initiative

Nel febbraio 2011 Dmitry ha creato la 2045 Initative, un movimento no profit che ha come obiettivo quello di concentrare il maggior numero di cervelli e di investimenti nella creazione delle tecnologie necessarie per il target ultimo dell’immortalità digitale. “A un certo punto della mia vita, ho realizzato che per quanti soldi potessi avere, per quanto bene potessi vivere, non sarei mai stato felice limitandomi a lavorare e a spendere denaro.” Ha dichiarato Dmitry “Sarei invecchiato e alla fine sarei morto. Ho pensato che ci dovesse essere un obiettivo più profondo.” Così, all’età di 25 anni, il miliardario russo ha avuto una precoce crisi di mezza età che gli ha fatto comprendere che una vita da semplice umano non gli bastava, bisognava puntare all’immortalità e ha già incontrato il favore di personalità di spicco internazionali, tra cui il Dalai Lama che gli ha elargito la sua “benedizione” dimostrando un grande interesse nel progetto che, al di là dell’obiettivo pratico, si avvicina forse a svelare il mistero più grande, quello della natura della coscienza umana.

Per realizzare tutto ciò occorrono molti, moltissimi soldi e per questo ha inviato una lettera agli uomini più ricchi del mondo, 1.226 secondo la lista di quest’anno compilata da Forbes, con una fortuna complessiva stimata in 4,6 trilioni di dollari. “Avete lavorato duro per raggiungere questi straordinari risulti, spesso compromettendo la vostra salute, la vostra longevità” – scrive Itskov – “e sfortunatamente, la medicina moderna è ancora la medicina di una mortalità pari al 100%: il meglio che può fare è ritardare temporaneamente il processo di invecchiamento umano. Ma non deve essere per sempre così. Oggi voi investite in business che vi porterà altro business domani. Ma avete anche la capacità di finanziare l’estensione della vita umana fino all’immortalità. La nostra civiltà è arrivata vicinissima alla realizzazione di tali tecnologie: non è fantascienza. È nel vostro potere far sì che questo obiettivo venga raggiunto nel corso della vostra vita”.

Dario Bovini

Ho molte passioni tra le tante spicca la lettura, faccio parte della redazione de IISaggiatore e quando scrivo, in quello che scrivo, ci metto sempre l'anima.

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