Doping, il non-sport

Di solito questa è la rubrica dedicata allo sport: l’attività più bella, famosa e praticata nel mondo, che regala emozioni che niente e nessun altro può regalarci. Troppo spesso, però, i fatti di cronaca ci portano a considerare non soltanto l’aspetto agonistico in sé, ma anche aspetti negativi, che ledono la credibilità di questo mondo.

Esempi lampantisono rappresentati da illeciti sportivi, scommesse a fini speculativi, oppure casi di doping, ossia l’assunzione volontariadi sostanze proibite al fine di accrescere il proprio rendimento fisico in determinate competizioni sportive.
LO SCANDALO RUSSIA
Ecco, i recenti avvenimenti che stanno sconvolgendo l’atletica e lo sport in generale mi portano ad affrontare quest’ultimo tema che TUTTI noi sportivi ed appassionati dovremmo condannare senza alcun esitazione. È di questi giorni, infatti,
la notizia di un nuovo scandalo doping che coinvolge non un singolo atleta, come avviene nella maggior parte dei casi, bensì un’intera federazione nazionale! La commissione indipendente istituita dall’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA)
ha infatti accusato la Federazione Russa di Atletica di aver dopato i propri atleti, con addirittura la complicità del ministero dello sport. È stato presentato a Ginevra un report che rivela l’esistenza di un sistema occulto finalizzato ad un reiterato boicottaggio dei test antidoping, che ha permesso a numerosi atleti russi di gareggiare alle Olimpiadi di Londra 2012, nonostante avessero assunto sostanze dopanti. Dopo mesi e mesi di ricerche ed accertamenti, la WADA ha richiesto pesantissime sanzioni: 2 anni di sospensione della Federazione Russa di Atletica da ogni competizione Mondiale (Olimpiadi comprese) e
la radiazione di ben cinque sportivi russi, che a Londra avevano conquistato medaglie. Ma quindi, cosa succede adesso nelle classifiche delle gare incriminate? Come è possibile fare giustizia? Vedersi assegnare una medaglia dopo anni dalla competizione non ripaga mai l’atleta! Ci sono stati dei casi nel passato in cui le medaglie non sono state proprio riassegnate, lasciando così dei vuoti nell’Albo d’Oro. Insomma, in ogni caso, questa nuova situazione assurda che si è venuta a creare danneggia enormemente gli atleti che hanno partecipato in modo onesto ed i milioni di spettatori che hanno assistito a gare falsate.
THE NEWS IS THERE IS NO NEWS Purtroppo però questo genere di notizie non è affatto nuovo alla cronaca; il doping ha infatti radici profonde e lontane.
Basti pensare alla Germania dell’Est, dove, negli anni ‘70, esistevano delle vere e proprie “fabbriche di atleti”, nelle quali ai giovani venivano somministrate sostanze dopanti di ogni tipo (addirittura con il consenso dello Stato). Ma non pensate, cari lettori, che il doping sia diffuso soltanto nel mondo dell’atletica: un altro sport spesso colpito da fenomeni
del genere è il ciclismo. Chi non ha sentito parlare di Lance Armostrong, vincitore di ben 7 Tour de France consecutivi dal 1999 al 2005? Ebbenw, quest’uomo è stato riconosciuto nel 2012 colpevole di aver assunto farmaci dopanti nel corso di tutta la sua carriera e, per tale motivo, gli sono stati revocati tutti i titoli conseguiti! Arrivando invece
a noi, il caso che ha indubbiamente fatto più scalpore in Italia è quello del marciatore Alex Schwazer, vincitore dell’oro olimpico nei 50 km a Pechino 2008 e poi squalificato nel 2012 per l’assunzione di Epo (un ormone prodotto dai reni). Dunque, questa è solo l’ultima triste pagina di “non-sport” (non lo si può chiamare altrimenti) verificatasi in ordine
di tempo, ed è forte la speranza che venga fatta giustizia e che vengano inflitte sentenze pesanti e definitive, in modo tale che questa brutta abitudine si estingua nel più breve tempo possibile perché… non è questo lo sport che ci piace.

Francesco Pelliccia

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