EtimologicaMente – Ambito pasquale-primaverile

PASQUA: Esistono due tipi di persone: quelle che aspettano la Pasqua come avvenimento spirituale più importante di tutto l’anno e chi, come tanti, l’attende per ingozzarsi di cioccolato e prelibatezze di ogni genere sfornate dai fuochi familiari.

Questa festività presenta, nella sua etimologia, un’origine esclusivamente religiosa. Il termine che definisce la Pasqua ebraica è ‘Pesach’ (da ‘pasa‘ in aramaico) che significa “passare oltre”, “tralasciare”. Essa deriva dal racconto biblico della decima piaga, nella quale il Signore vide il sangue dell’agnello sulle porte delle case di Israele e “passò oltre”, colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone (Esodo, 12,21-34). Con il cristianesimo la Pasqua ha invece acquisito una diversa accezione, indicando il passaggio da morte a vita per Gesù Cristo e il passaggio a vita nuova per i cristiani.

PRIMAVERA: Ah, la primavera! Il clima mite, la natura che rinasce, i fiori che sbocciano.. e aggiungerei anche una sonnolenza atroce simile a un semi-coma accompagnata da un’allergia tale che se mi impiantassero delle pale eoliche, fornirei un ottimo quantitativo di energia. Ma torniamo aI nostro termine. ‘Primavera’ deriva dalle parole latine ‘primus’, cioè ‘primo’, e ‘ver’, che deriva dalla radice sanscrita ‘vas’, che significa “splendere, illuminare, ardere” e fa riferimento proprio al risveglio della Terra dopo il lungo periodo invernale.

EQUINOZIO: Spiegazione sintetica di questo fenomeno dato che tanti lo confondono con il solstizio. L’equinozio è quel momento della rivoluzione terrestre intorno al Sole in cui quest’ultimo si trova allo zenit dell’equatore e, in tale momento, il periodo diurno e quello notturno sono uguali, giungendo i raggi solari perpendicolarmente all’asse di rotazione della Terra. Ed è proprio da questo equilibrio tra la notte e il dì che trae origine questa parola, affondando le sue radici dalla composizione di due vocaboli latini ‘equis’ e ‘noctis’, che significano letteralmente ‘uguale notte’, da ciò, ‘equinozio’.

COLOMBA: Ormai da secoli la colomba (che si tratti del riferimento pasquale o meno) possiede una complessa simbologia alle sue spalle. Ad esempio, la colomba che nella Bibbia portò un ramo d’ulivo a Noè fu vista come simbolo di vita e salvezza. In Cina invece, rappresenta la longevità e l’amore. Presso gli antichi greci, il suo volo simboleggiava buon auspicio. Ma la sua etimologia riprende, a differenza dell’allegoria che le gravita attorno, un aspetto ben più materiale. La parola colomba deriva dal latino “columba”, che a sua volta riprende il termine greco “kólumbos” che significa “di color grigio”. I romani usavano la voce ‘columbae’ per indicare appunto questo uccello in generale, mentre per indicare in particolare le colombe selvatiche usavano il vocabolo “palumbes”, che prende origine dalla radice “palleo” e vuol dire “pallido, scolorito”.

Elena Valigi

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