Proverbi

Cari Galileiani, eccoci giunti all’ultimo appuntamento della rubrica. Sperando che gli articoli pubblicati siano stati di vostro
gradimento e che abbiano almeno una volta stuzzicato il vostro interesse, vi auguro un buon fine anno e un grossissimo ‘in bocca
al lupo’ per i colleghi maturandi! Grazie del supporto e delle critiche, entrambe necessarie per un fruttifero miglioramento!

ESSERE PIANTATI IN ASSO
Quante volte ci è capitato di sentire questa
frase, o magari siamo stati proprio
noi a pronunciarla, forse dopo un mancato
appuntamento? Le presunte origini
di questo detto si basano sulla leggenda
secondo cui Teseo abbandonò Arianna
sull’isola di Nasso, dopo che questa l’aiutò
a fuggire dal labirinto in cui l’eroe
aveva ucciso il Minotauro. Pertanto, l’espressione
“lasciare in Nasso” deve essersi
successivamente evoluta nel proverbio
che tutti noi oggi conosciamo.
ESSERE POVERO IN CANNA
Questo detto descrive chi ha finito tutti i
suoi soldi e non ha più un centesimo in
tasca. La tradizione ci spiega che un tempo
nelle aste pubbliche si usavano come
segnatempo delle lunghe candele tinte di
verde sull’estremità inferiore. Quando la
candela arrivava “al verde”, l’asta si chiudeva.
Da qui era nata l’espressione “la candela
è al verde” (per indicare che il tempo
era finito), ma anche “essere al verde di denari”,
che in seguito, nell’uso comune, si è
contratta nell’attuale forma del proverbio (essere al verde).
AMBITO LETTERARIO
ROMANZO
Questo termine, conosciuto come genere letterario
o come aggettivo attribuito alle lingue
neolatine, trae le sue origini dal francese antico.
L’aggettivo ‘romanz’ è una derivazione dell’avverbio
latino volgare ‘romanice’, che significava
‘alla romana’. Dopo la caduta dell’Impero, tutti
i cittadini di origine latina parlavano ‘romanice’
ed il suo adattamento ‘romanz’ diventò un
vocabolo che indicava senza distinzione il volgare.
Solo in Francia, successivamente, questa
parola assunse anche il significato di ‘testo
scritto in lingua volgare’, fino a caratterizzare
il genere in prosa che intendiamo tutt’oggi.
LIBRO
Questa parola deriva dal latino ‘liber’,
termine con il quale si indicava
originariamente la pellicola posta
tra il legno e la corteccia esterna
di un albero, pellicola che fu di
supporto per alcune prime forme
di scrittura. Inizialmente il ‘libro’
aveva, quindi, l’aspetto di un rotolo;
con i Romani, e soprattutto con
l’inizio dell’era cristiana, la pergamena
sostituì il papiro ed i copisti
assemblavano i fascicoli così da
ottenere dei libri piegati (codex).
PROTAGONISTA/ANTAGONISTA
Termini con i quali si indicano di solito i
due (o più) personaggi principali di una
vicenda. Normalmente, una delle caratterizzazioni
che li definiscono sono rispettivamente
‘il buono’ ed ‘il cattivo’. Ma qual
è l’etimologia di queste due parole? La
prima deriva dalla composizione di due
vocaboli greci, ‘pr.tos’, che significa ‘primo’,
ed ‘agōnistès’, che sta per ‘combattente’.
Il secondo termine deriva invece dall’unione
di due parole, sempre greche, che
sono ‘ant.’, che significa ‘contro’, ed ‘agōnistès’,
che, come prima, sta per ‘lottatore’

Elena Valigi

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