Equipe italiana scova il campo magnetico più forte dell’universo

Misurato, per la prima volta, il campo magnetico più forte dell’universo, un campo magnetico milioni di miliardi di volte più forte di quello della Terra! La notizia, già pubblicata lo scorso 14 agosto dalla rinomata rivista scientifica Nature, apre nuove prospettive di studio legate a delle atipiche stelle, le magnetar, e alle potenti emissioni elettromagnetiche di raggi X e gamma che si verificano sulla superficie delle stesse e che la ricerca italiana ha ora misurato e confermato con certezza per la prima volta.

Il team di scienziati italiani autore della scoperta è stato coordinato da Andrea Tiengo, astronomo ed astrofisico presso la Scuola Superiore Universitaria IUSS di Pavia, assieme a Giovanni Fabrizio Bignami, autore di diversi scritti di divulgazione scientifica, professore ordinario di astronomia allo IUSS e, come se non fosse già abbastanza, presidente dal 2011 dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
L’equipe è riuscita a fotografare e a misurare per la prima volta il campo magnetico più forte dell’universo finora osservato, talmente potente da essere all’origine di alcune esplosioni cosmiche registrate nel tempo e da interferire, in alcuni casi, con le comunicazioni elettroniche terresti pur da ben 6.500 anni luce di distanza.

Le stelle che possiedono quest’anomala forza magnetica appartengono alla categoria delle magnetar, stelle di neutroni, poiché dotate di una densità da capogiro (proprio come quella che caratterizza il nucleo atomico), formatesi alla morte di un’altra stella di dimensioni dalle 10 alle 25 volte quelle del Sole, che grazie a particolari condizioni al momento della loro nascita sono caratterizzate da un immenso campo magnetico il cui decadimento genera frequenti emissioni elettromagnetiche di fortissima intensità (in particolare raggi X e raggi gamma).

“È la scoperta che stavamo aspettando da molto tempo”

Queste le prime parole alle Agenzie di Stampa di Andrea Tengo coordinatore del gruppo di ricerca.

La scoperta degli scienziati italiani è di rilievo perché rappresenta la prima vera dimostrazione diretta e chiarificatrice della teoria delle magnetar, elaborata oltre un ventennio fa dagli astrofisici Robert Duncan e Christopher Thompson.
Il campo magnetico straordinario della stella (nome in codice SGR 0418+5729), che era stata osservata per la prima volta nel 2009, ma di cui non si erano potuto rilevare le caratteristiche, è stato misurato grazie a delle “macchie” sulla sua superficie, simili alle macchie solari, che avendo una differente densità e differenti potenzialità magnetiche alimentano forti emissioni di radiazioni registrate dai satelliti e dagli osservatori terrestri, come forti esplosioni di raggi X o gamma.

Magnetar SGR 0418+5729

I ricercatori italiani hanno infatti scoperto dell’esistenza di una regione sulla superficie della stella con un campo magnetico più intenso rispetto a quello complessivo della magnetar e hanno stabilito la forza di tale campo magnetico misurando l’energia dei raggi X grazie al telescopio spaziale XMM-Newton (X-ray Multi-Mirror) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), il più grande satellite scientifico mai costruito in Europa ed ancora operativo dalla sua messa in orbita risalente al 10 dicembre 1999.
Un lavoro lungo e faticoso soprattutto perché il periodo di rotazione sul suo asse, della stella, è di soli 9 secondi date le ridottissime dimensioni, un particolare che ha complicato alquanto dei calcoli già molto complessi ma che ha portato infine all’identificazione della calamita più potente mai osservata finora nell’intero universo.

Esempi come questo non possono che renderci orgogliosi “di sfornare” ricercatori e scienziati così in gamba nonostante, come purtroppo noi tutti siamo a conoscenza, un’Italia che nella ricerca investe ben poco grazie a una evidentemente inconsapevolezza dell’importanza scientifica nel progresso di un paese; chi investe nella ricerca ha necessariamente la fervida visione prospettica a lungo termine per la quale si è capaci di investire oggi per avere domani.

Elenco fonti principali articolo:

IlSaggiatore: [Spoiler] mostra

Enrico Valerio Pironi

Mi intendo di informatica e sono molto sportivo, amo definirmi una persona estremamente curiosa e aperta a nuove esperienze formative di ogni genere, sono il creatore de IlSaggiatore.org un progetto in cui credo ed ho investito e che spero pertanto riesca ad ottenere il successo che merita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *