Viviamo in uno stato laico?

sterminiamo i cristiani BRCi insegnano che la Costituzione italiana sia una delle più belle d’Europa, del mondo! Che nessuno la eguagli nella sua semplicità, nel suo equilibrio e nella sua magnificenza. Ci accompagna dal 1948 e da allora i suoi punti cardine non sono mai stati toccati. L’art. 7, un pilastro della Repubblica Italiana, cita: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”. Segue poi l’art. 8: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”.

Cosa vuol dire, dunque, tutto ciò? La religione cristiana, la Chiesa, non deve influire né nella vita politica del Bel Paese né nell’amministrazione delle istituzioni pubbliche,
in quanto uguale alle altre confessioni, che siano esse anche minoranze. Ma è davvero così? Basta guardarsi intorno: dal “Family day” a Roma, alla legalizzazione delle droghe
leggere, dell’eutanasia, dell’aborto, della fecondazione eterologa, fino ad arrivare alla “Buona scuola” (se così si può chiamare) con il ‘regalino’ alle paritarie (a maggioranza
cattoliche). Tutte questioni attuali (e non) nelle quali la Chiesa è entrata silenziosamente, imponendo una sistematica censura al progresso. Viviamo in un paese dove scuola
e media sono fortemente clericalizzati, mentre la popolazione, o la maggioranza di essa, professa il cristianesimo solo in quanto tradizione imposta dalla famiglia e dalla
società: del 70% dell’intera popolazione italiana dichiarata cattolica, solamente ¼ di esso è praticante, ossia frequenta l’ambiente ecclesiastico almeno una volta ogni due settimane.
Quasi due terzi della popolazione (il 62%) ritiene che i dogmi ed i precetti della Chiesa condizionino la vita delle persone in generale. È evidente, dunque, come Chiesa
ed Italia non siano due entità separate: lo si può ben vedere nel ritardo delle unioni civili, a fronte di un 75% favorevole, o nella mancata legalizzazione dell’eutanasia,
per la quale la medesima percentuale di persone si trova d’accordo; siamo il fanalino di coda, in Europa, sulla tematica diritti. Ma se volete, potete dare uno sguardo più
da vicino: alzate gli occhi e cercatelo! Eccolo lì, piccolo e quasi insignificante, il crocifisso. Giace silenzioso, simbolo concreto di uno stato corrotto ed irrispettoso: un simbolo,
certo, seguito però da un’importante mole di persone, che lo mutano in un’arma letale, potente. Invade la laicità dello Stato italiano nel suo intimo: e proprio nel punto dove esso
dovrebbe insegnare uguaglianza e libertà religiosa, ora vi impone un pezzo di legno simbolo di disuguaglianza e prepotenza. Contraddittorio come le varie sentenze emanate:
se una circolare fascista lo “raccomanda” (attenzione, non impone!) nelle aule (così come un ritratto del “duce”), la popolazione italiana è nettamente divisa. Da una parte chi
rivendica le tradizioni dello Stato italiano, dall’altra chi invece ne rivendica la laicità. Ma cosa dice la legge riguardo ciò? Se in un primo momento la Corte Europea per i diritti
dell’uomo aveva condannato lo Stato italiano nel lontano 2009, 2 anni dopo ribalta la sentenza, affermando che la sua affissione nelle aule non lede la libertà di culto dei singoli
alunni. E chi ha mai affermato tutto ciò? La gente lotta solamente per uno Stato che sia davvero Laico come si autodefinisce, dove ambienti pubblici appartenenti a TUTTI
siano sobri e liberi da elementi esterni. Lasciamo che la religione venga professata dentro chiese, moschee o sinagoghe, e che la scuola invece sia un luogo pubblico ed aperto
a tutti: ce lo dice la Costituzione, ce lo dice il buon senso.

Ora, per rispondere alla domanda iniziale “lo Stato italiano è laico?”, rispondi prima a queste, ad alta voce: Studio Aperto è un telegiornale serio? Le previsioni ci hanno mai azzeccato? Il governo Renzi è di sinistra? Penso che i capricci della Chiesa non influiscano sulle decisioni del Parlamento?

Francesco Cassano

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