Riflessioni sul Proibizionismo

La lotta alla droga iniziata cinquant’anni fa è fallita. Sono circa cinquant’ anni che l’Europa, gli USA e l’intero mondo occidentale hanno dato vita ad una lotta alle sostanze  stupefacenti ed al narcotraffico. Lotta titanica, perchè si è consapevoli delle proporzioni epiche che lo scontro ha assunto. Lotta titanica, perchè vengono usate le armi sbagliate – violenza, forza e paura – e non si tenta di creare cittadini consapevoli, ma soltanto
servi obbedienti. Dobbiamo essere realisti:

il proibizionismo ha perso. Lo dimostrano le tonnellate di cocaina che ogni anno entrano nel nostro Paese, lo dimostrano i morti innocenti figli degli scontri tra Narcos e Polizia. Un giro d’affari da capogiro,
un mare di soldi che circolano e arricchiscono le mafie ed il mondo dell’illegalità. Si stima che ogni anno il mondo del narcotraffico guadagni intorno ai 21 miliardi di euro: tutti soldi
che potrebbero aiutare a far circolare l’economia, senza tener conto di quelli utilizzati per finanziare questa stupida guerra. Eppure – nonostante l’evidente fallimento e nonostante il
modello uruguaiano, olandese e spagnolo sia sotto gli occhi di tutti- lo Stato continua ad opporsi alla legalizzazione. Viviamo in uno Stato dispotico, che si arroga il diritto di imporre una morale univoca ai suoi cittadini, in cui il solo modello capitalistico
e consumistico viene accettato e legittimato. Gli unici strumenti utilizzabile contro la tossicodipendenza, una vera e propria piaga sociale, sono l’educazione e la sensibilizzazione, per creare dei cittadini migliori. Lo Stato emargina parte della
società (basti pensare che circa l’80% dei giovani ha fatto utilizzo di marjuana o di hasish), e non fornisce loro assistenza, oltre ch esporli a rischi sempre maggiori per procurarsi la sostanza. Il proibizionismo ci vieta di conoscere quali sostanze assumiamo e di assumerle nel modo meno dannoso per la nostra salute, ci mette a contatto con il mondo dell’illegale e dell’illegalità. La legalizzazione delle droghe – leggere e pesanti – spaventa bacchettoni e puritani, persone che chiudono gli occhi di fronte al degrado della società odierna e che preferiscono girarsi dall’altra parte per dimenticare il problema della tossicodipendenza. I benpensanti che denunciano l’immoralità della statalizzazione delle droghe, sono gli stessi che ignorano (  o fingono di ignorare) uno Stato che vende armi, finanzia guerre
e soprusi. Strappare alle mafie il monopolio del traffico di stupefacenti le condannerebbe ad un inevitabile tracollo finanziario, ma sembra ci siano degli interessi troppo grandi che nessuno vuole intaccare. Italia, 2015: qui ancora non si muove nulla.

Vito Saccomandi

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