La ricetta del talento sportivo

Quasi tutti i giorni ci capita di parlare di sport e vedere video in cui alcuni dei più grandi  talenti atletici del panorama mondiale compiono prodigi assoluti con un semplice pallone: i dribbling ubriacanti di Lionel Messi; le triple di Stephen Curry, messe a segno da qualsiasi posizione ed in qualsiasi condizione; le schiacciate precise e potenti di Ivan Zaytsev; le azioni fulminee e devastanti degli All Blacks.

Ma cosa differenzia questi sportivi professionisti da noi comuni mortali? Intuitivamente, diremmo quasi tutti che la struttura fisica e la potenza muscolare giocano un ruolo molto importante nella definizione di talento sportivo; infatti è così, ma non bisogna considerarle come uniche condizioni necessarie a raggiungere alti livelli negli sport, soprattutto in quelli di squadra ed in cui lo strumento principale è una palla. Un altro fattore fondamentale è, infatti, l’impegno, senza il quale il talento fisico di un individuo sarebbe sprecato. Ma non finisce qui: recenti esperimenti e studi condotti dall’Università di Montreal, Canada, hanno dimostrato come
negli sportivi sia molto sviluppato il solco temporale superiore, zona cerebrale che ha il compito di percepire ed elaborare i movimenti degli oggetti nello spazio. Grazie a tale
caratteristica, i professionisti hanno la capacità di analizzare ed elaborare molto velocemente situazioni dinamiche complesse, riuscendo ad individuare nella scena quegli elementi ed oggetti che sono le principali forze motrici dell’azione. Ciò permette agli atleti di prevedere lo svolgimento dell’azione, riuscendo a schivare avversari ed intuire eventuali scontri. Sempre grazie all’Università di Montreal, si è potuto compiere un esperimento a proposito di tale particolare dote, innata negli sportivi: a 308 individui, tra cui alcuni atleti professionisti, è stato assegnato il compito di seguire un certo numero di oggetti aventi una determinata velocità in una data scena; in questa erano presenti anche elementi dinamici, aventi la funzione di distrarre e disturbare l’individuo nel suo compito. Ebbene, gli sportivi professionisti sono risultati di gran lunga più abili nel seguire gli oggetti rispetto agli altri “comuni mortali”. Ma non scoraggiamoci! Con l’allenamento e l’esperienza, e non solo con il talento, si può accrescere questa particolare abilità mentale e riuscire, così, a raggiungere
traguardi importanti in ambito sportivo.

Paolo Fragolino

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