Il ponte delle spie

In questi giorni al cinema sono usciti una serie di film molto interessanti, tra cui “Star Wars”, “Franny”, “Irrational Man” ed in particolare “Il ponte delle spie”. Quest’ultimo, diretto da uno Steven Spielberg straordinario, si avvale di attori del
calibro di Tom Hanks, magistrale nell’interpretazione del protagonista, l’avvocato Donovan. Colpisce anche la bravura di Mark Rylance nella parte della spia russa Rudolf Abel. L’eccellente regia permette di immedesimarsi nei personaggi,
coinvolgendo emotivamente lo spettatore.

Il film, che trae spunto da una storia vera, ha ricevuto molti riconoscimenti e diverse candidature a premi importanti. È ambientato durante i primi anni sessanta e riflette pienamente il clima di tensione di quel periodo tra Unione Sovietica e Stati Uniti. Una spia russa viene infatti catturata dagli Americani ed
all’avvocato newyorkese Donovan viene affidato il compito di difenderla. Egli salva il russo Abel dalla pena di morte, nonostante riceva forti critiche – poiché viene accusato di
difendere il nemico e di tradire così la Nazione. Contemporaneamente, un aereo militare americano viene abbattuto e cade in suolo nemico. La spia, Francis Gary Powers, si salva,
ma viene catturata dai Russi e così Donovan viene inviato a Berlino per negoziare lo scambio Abel-Powers con l’Unione Sovietica. Il suo compito è di vitale importanza per gli
USA, che vogliono riportare a casa il proprio compatriotanel più breve tempo possibile, temendo che i Russi riescano ad ottenere informazioni da lui, torturandolo. Colpisce
l’umanità dell’avvocato e commuove il rispetto che si stabilisce tra Donovan ed Abel. Più di una volta fanno sorridere il coraggio e la prontezza di spirito di quest’ultimo che, anche
nei momenti in cui dovrebbe temere per la propria vita, dimostra una freddezza incredibile. Spielberg riesce a ricreare alla perfezione il clima di terrore di quegli anni in Germania, mostrando le drammatiche differenze delle condizioni di vita tra la parte ad Ovest e quella ad Est del muro. In particolare, a questo proposito, colpisce una scena del film: mentre Donovan sta attraversando in treno il confine tra le due parti
di Berlino, vede trucidare, con una scarica di pallottole, dei ragazzi che cercano di passare dalla DDR ( Repubblica Democratica Tedesca) alla RFT (Repubblica Federale Tedesca)
scavalcando il muro. In seguito, quando l’avvocato torna in America, mentre si muove in treno da una parte all’altra di New York, vede dei ragazzi saltare allo stesso modo un muro
e potersi riabbracciare al di là di quello, in una magnifica giornata di sole. In questo frangente si distingue per bravura Tom Hanks, che, solamente con la mimica facciale, riesce a sottolineare la drammaticità di questo parallelismo. A fine film, prima dei titoli di coda, vengono riportate alcune delle altre imprese straordinarie di Donovan, che durante il
periodo di tensione tra America e Cuba è riuscito a salvare quasi 10000 prigionieri americani, divenendo così un eroe nazionale. Insomma, un film straordinario che consiglio assolutamente a tutti e che non esito a definire imperdibile.

Giacomo Crippa

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