Lola e Adel

Giovedì 12 Novembre, Beirut: due uomini si fanno saltare in aria in un quartiere abitato,
43 morti e 239 feriti. Venerdì 13 Novembre, Parigi: serie di attacchi terroristici
in diversi luoghi pubblici, 129 morti e 433 feriti. Cosa posso dirvi che non sappiate
già?

Ho letto i vostri post ed i vostri tweet: sono felice che ne abbiate discusso a fondo,
e non solo di questi attacchi, ma anche di Kenya, Egitto, Syria; oltre che dell’ISIS, si è parlato persino di Boko
Haram, Al-Shabaab e dei Talebani. Avete scritto di provare paura, ma allo
stesso tempo indignazione, grande volontà di reagire e di rendere onore ai caduti;
avete mostrato empatia per le vittime e coraggio, professando la pace invece che la violenza. E poi mi vengono
a dire che questa generazione, troppo assuefatta dai social media, non potrà mai
realizzare niente. Almeno non faremo lo stesso errore delle generazioni passate, le
quali hanno introdotto le armi e la guerra – invece che i libri e la democrazia – a
pazzi sovvertitori, che si sono poi rivoltati contro di noi. Visto che le notizie si stanno
concentrando principalmente sugli attentatori ed assassini, rendendoli quasi delle
“celebrità”, noi del Saggiatore vorremmo parlarvi delle vittime e – soprattutto – degli
eroi. Lola Ouzounian aveva 17 anni, si era recata al Bataclan con suo padre per
sentire gli Eagles of Death Methal. Lola frequentava il Lycée Sophie Germain di
Parigi, aveva i capelli castani ed un sorriso raggiante, le piacevano The Kinks ed i Beatles,
ed amava stare in mezzo alla natura della campagna francese. Suo padre, professore
di giornalismo, sopravvissuto all’attentato, scrive così di Lola: “Vorrei ricordare che l’istruzione,
l’umanesimo e la cultura sono i migliori strumenti contro queste barbarie.
Che il mio piccolo angelo possa riposare in pace e che il suo sorriso possa
rimanere impresso per sempre nella nostra memoria.” Adel Termos aveva
32 anni, era un marito ed un padre: oggi è un eroe. A Beirut, un uomo kamikaze
si era fatto esplodere davanti ad una moschea, uccidendo decine di persone: molti passanti
si erano recati ad aiutare i feriti, ma fu proprio Adel a notare il secondo kamikaze,
che si stava dirigendo verso il numeroso gruppo di persone appena formatosi. Decise,
quindi, di gettarsi addosso al secondo attentatore, facendogli detonare la bomba
prima di essere arrivato a destinazione, ed evitando così una seconda strage. Il cognato
di Adel dice, a proposito dei due attentatori, che uccisero in nome della religione musulmana:
“L’Islam è una religione di perdono, di gentilezza, di compassione; non è una
religione di omicidio, spade, e massacri.” Vi lascio con queste parole: piangiamo le
vittime e gli eroi che abbiamo perso in queste atrocità, ma facciamo sì che le nostre
lacrime ci diano la forza di andare avanti.

Laura Josephine McNeil

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