Sistemi operativi: iniziamo a guardarci intorno

Tutti i nostri apparecchi elettronici, che si tratti di più di una lampada da scrivania o di un telecomando per la tv, utilizzano per funzionare un’ “anima”, invisibile ed impercettebile: quest’anima è il software; ogni telefono, computer, tablet o altra diavoleria,
usa il suddetto per poter funzionare.

In particolare, questo tipo di dispositivi utilizzano un o.s., vale a dire un sistema
operativo (operative system). Cosa ci viene in mente quando pensiamo a “sistema operativo?” Senza dubbio, la risposta della stragrande maggioranza degli utenti è “Windows”, il buon vecchio e maturo sistema operativo della Microsoft. Sul più
dei p.c. in commercio (che non siano Mac), Windows ha un monopolio praticamente incontrastato, tanto che, qualunque p.c. voi acquistiate, vi ritroverete sempre questo sistema operativo, che regna incontrastato nel mondo dell’informatica. Tuttavia,
molte delle persone che stanno leggendo questo articolo potrebbero stare utilizzando un sistema operativo marchiato, invece, Apple, vale a dire Mac OSX, utilizzato comunque da parecchie persone in tutto il mondo e ritenuto un ottimo concorrente
per l’intramontabile Windows; montato sui dispositivi di casa Apple, risulta subito semplice da usare, rapido, sicuro ed affidabile per il lavoro. Questi due sistemi operativi fanno il bello ed il cattivo tempo su tutto il mondo dell’informatica,
detenendo quasi tutto il mercato (in primis Windows, in seconda posizione Mac OSX). Entrambi sono estremamente “users friendly”, ovvero facili da usare ed intuitivi per l’utente medio, cioè la maggior parte degli utenti nel mondo. Mi pare
inutile andarci a soffermare su questi due colossi, piuttosto, con questo articolo andremo a vedere quella parte “dimenticata” dei sistemi operativi, quel poco più dell’ 1% degli utenti che si avventurano nella foresta delle distribuzioni Linux. I sistemi operativi Linux sono svariati, con tanti nomi diversi e tante funzioni diverse, ma tutti accomunati dall’appartenenza a questa grande famiglia. Molti di questi sietmi operativi sono totalmente gratuiti, tranquillamente scaricabili dal web e relativamente
semplici da installare, basta un po’ della solita pazienza e la voglia di capirci qualcosa di più in questo campo per farsi un po’ più padroni di quello che si va a scegliere. Prima di andarci ad avventurare in questa foresta, parliamo un po’ di Linux in generale. Linux nasce negli anni novanta come unico sistema operativo, indirizzato ad un pubblico di potenziali
“nerd” e “addetti ai lavori”; dimenticate la vostra comoda interfaccia grafica dalla quale potete fare praticamente tutto ciò di cui avete bisogno con qualche semplice clic, ed abituatevi ad una nuova parola: “terminale”, ovvero lo strumento a riga di
comando dal quale potrete fare, sì, tutto ciò di cui avrete bisogno, ma solo attraverso comandi inseriti manualmente da tastiera, con una precisa e complessa sintassi. Niente immagini, solo scritte bianche su nero: non è una prospettiva così entusiasmante,
ma, per fortuna, siamo nel 2015 e Linux ha deciso, già da tempo, di aprirsi al mondo dei computer “domestici” e dei normali utenti. Oggi esistono tanti sistemi operativi basati su quel vecchio e triste Linux, da lui però prendono solo il “nucleo”
o come si dice in gergo il “kernel”, ormai sono tutti dotati di un interfaccia grafica, vale a dire quella che usiamo ogni giorno su p.c. e telefono per interagirci. Alcuni sistemi appartenenti a questa famiglia sono: Android, Ubuntu, Mint, Kalilinux, Debian,
Fedora; questi sono i più conosciuti, ma ne esistono tantissimi. Sicuramente, tra tutti questi nomi, per alcuni familiari e per altri mai sentiti, avrete riconosciuto il nostro buon vecchio Android, il sistema operativo utilizzato pressochè da tutti gli
smartphone del mondo che non siano Windows Phone o iPhone. Quindi, senza volerlo, state probabilmente utilizzando un sistema operativo Linux. La vostra lecita domanda sarà: “Perchè tanta attenzione per questo Linux? Sarò ben contento di rispondervi:
tutte le distribuzioni Linux sono sviluppate da team di programmatori sparsi in tutto il mondo e totalmente indipendenti, alcune sono a pagamento, ma la grande maggioranza no, molte sono “open source”, ovvero i codici dell o.s. sono accessibili
a tutti e, soprattutto, modificabili da tutti. Linux punta sul lavoro di squadra aperto e gratuito di tanti programmatori, dal più esperto allo studente liceale che smanetta un po’ nel codice e prova ad aggiungere qualcosa. Sono sistemi operativi sviluppati
da una mente collettiva, aperti a nuove idee e senza alcun ritorno economico. Vi consiglio vivamente, per ampliare i vostri margini di scelta e decisione, di provare un sistema operativo Linux; per partire vi consiglio Ubuntu, quello con cui io stesso
sono partito: prima di installarlo seguite una guida sul web che sia semplice e diretta. Ma entriamo un po’ nel dettaglio con questo Ubuntu: si presenta con aria abbastanza familiare, tutto ci ricorda l’ambiente tranquillo e sicuro di Windows, i colori
del desktop sono sul viola, alla sinistra troviamo il “launcher”, ovvero una barra laddove Ubuntu piazzerà i nostri programmi pronti da eseguire con un click. Inutile stare a spiegare tutti i dettagli, veniamo al dunque: qual è la difficoltà nell’utilizzo di
Ubuntu ed, in generale, delle altre distribuzioni Linux? Semplice, questi sistemi operativi non tengono per mano l’utente come fa invece Windows, qui si ha più potere su tutto il sistema, tutto si può vedere, tutto si può modificare e, chiaramente, tutto si
può rovinare senza volerlo. Tuttavia, basta un po’ di buon senso e tutto dovrebbe andare per la strada giusta. Veniamo ad un nodo importante: anche se l’interfaccia grafica fa tutto il possibile, alcune istruzioni vanno date da tastiera, ma non spaventatevi,
il terminale lo troverete tra i programmi sul tasto di ricerca in alto a sinistra: vi si aprirà una finestra viola, molto simpatica ed accogliente, nella quale digiterete i vostri comandi, spesso abbastanza elementari e sintetici. Per evitare di appesantire la
questione, concludo dicendo che da questi sistemi operativi potrebbe nascere una vera rivoluzione nel mercato dei software, che riesca finalmente a tenere testa al colosso rappresentato da Microsoft. Dopotutto, lasciare che una sola casa domini tutto
il mercato sarebbe ingiusto, negherebbe la possibilità di vedere oltre, di pensare e sviluppare autonomamente, fuori dalle righe, qualcosa che porti avanti il mondo dell’informatica per la passione di farlo e non per il semplice guadagno economico.

Antonio Del Cogliano

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