Minecraft: un mondi da scoprire o una perdita di tempo?

Tutti avranno sicuramente sentito parlare di uno dei videogiochi più famosi degli ultimi
anni: Minecraft. Oramai, persino i muri conoscono ciò di cui stiamo parlando, quindi
mi sembra giusto, indipendentemente dai vari giudizi, dedicare un articolo a questo
videogioco.

La potenzialità di questo videogioco risiede nel fatto
che, essendo tutto com pletamente modulare, le sue possibilità di cre azione sono pressoché  infinite, infatti, gra-zie ai pacchetti ed alle cosiddette “mods”, in questo semplice e complessissimo videogioco si può replicare sostanzialmente tutto il mon- do; le mods vengono sviluppate da chiunque ne abbia la pazienza e ve ne sono migliaia, ognu- na con elementi diversi: andiamo da mods di gioco che rispecchiano una società medievale a quelle nelle quali possiamo assemblare dei computer costruendo processori ed addirittura processori quantistici. Chiaramente, più si va verso la tecnologia, più il gioco diventa com- plesso, tanto che alcune persone dedicano esso intere giornate (la prima volta che io stesso ho giocato non smisi prima di otto ore di seguito). Se poi Minecraft è giocato online, allora le cose cambiano totalmente ed il gioco si espande anco- ra di più: infatti, proprio per Minecraft sono stati creati moltissimi servers giganteschi, che ospi- tano giocatori da tutto il mondo, e questo mette la parola fine alla terribile sensazione di inesorabile solitudine che prova ogni giocatore nel non poter interagire con alcun umano nel gioco originale. Chiaramente, lo scopo del server non è tanto questo, quanto quello di poter far giocaregli innumerevoli utenti ( divisi in “sp” o in “pro”, a seconda che abbiano scaricato o acquistato il videogioco) tutti insieme ed ognuno dal proprio pc, amici o non; le modalità di gioco vanno da arene nelle quali è possibile sfidarsi, a vere e proprie “isole private” (le “sky blocks”), costruite blocco per blocco (o meglio slab per slab) da gruppi di amici, ognuno dei quali si impegna per poter ricavare le risorse essenziali e necessarie e
per poter costruire le varie strutture, che richiedono tempo e pazienza. In questo modo,
si crea un’atmosfera di cooperazione e lavoro incredibile, infatti fare tutto ciò è parecchio
faticoso ed impegna la mente molto più di quanto si possa immaginare (spesso,
dopo che si finisce di giocare, si continua a pensare per parecchio tempo alle prossime
faccende da sbrigare virtualmente). Questo porta chiaramente ad un’ antagonismo
da parte dei genitori, che vedono i loro figli passare sempre più tempo immersi
in questo mondo. Per molti Minecraft è diventato un lavoro retribuito: non solo per
chiunque abbia una buone dose di pazienza da mettersi a sviluppare nuove mods, ma
anche per chi crea ed amministra i grandi ed innumerevoli servers di questo impero.
Ora passiamo al punto di vista dei giocatori, ne esistono sostanzialmente di tre tipi: giocatori occasionali, cioè coloro che una volta ogni tanto riprendono il gioco anche per ore intere, ma poi smettono per un altro lungo periodo; giocatori incalliti, la cui fascia di età varia tra gli otto ed i trent’anni, i quali giocano quasi ogni giorno per almeno
tre ore, ed infine abbiamo la categoria dei giocatori “a periodo” (alla quale io stesso appartengo), che sono soliti assentarsi da Minecraft per parecchi giorni, avere ogni tanto una ricaduta nella dipendenza e giocare per una settimana intera tutti i giorni, per molto tempo. Qui sotto descriverò gli effetti di dipendenza ed intossicazione da Minecraft: stupore nello scoprire che, dopo aver “staccato” gli occhi dallo schermo, il mondo non sia composto da blocchi; estrema sensazione di disorientamento e disordine nel mondo reale, nel quale, per la sfortuna dei nostri occhi ormai abituati alla modularità, non si trova una simmetria, e disadattamento nell’appurare la non esistenza di un inventario gigantesco nel mondo reale. Chiaramente, la situazione non è così disastrosa, ma almeno i primi due di questi effetti si sentono molto lievemente subito dopo aver giocato. In conclusione, Minecraft è un mondo gigantesco e magnifico da scoprire, ma per la quantità di persone,
piccole, giovani o adulte, che hanno iniziato a giocarvi, ha attirato a se la preoccupazione che esse possano quasi “perdere di vista” il mondo reale ed occuparsi solo, o in gran parte, di quello digitale. Tuttavia, penso che la possibilità non sia alta. Certo, bisogna limitare le ore di gioco e fare in modo che non diventino il maggiore pensiero e la maggiore occupazione di una persona, tuttavia non bisogna dar vita ad estremismi dal lato opposto ed affermare che anche entro i limiti possa risultare dannoso o insano! Minecraft è sicuramente più di un semplice videogioco, è un impero che si regge sulle forze di
chi gioca e spende del tempo: nella nostra società va ormai accettato con serenità che i videogiochi non saranno più solo uno svago o una “perdita di tempo”, ma anche qualcosa di costruttivo, a patto che non sostituiscano, per nessuno, la realtà.

Antonio Del Cogliano

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