Inside out: alla scoperta della nostra mente

La mutevolezza dell’animo è una costante dell’esistenza umana fin dai
tempi più antichi e, di fronte ad improvvisi sbalzi d’umore, si rimane
sorpresi, con un nugolo di domande che ronzano in testa, del tipo: “Ma
che diavolo mi succede?”.

La risposta potremmo cercarla in qualche rivista
scientifica, piena di paroloni ed espressioni tecniche così difficili da decifrare,
oppure in qualche complicatissimo articolo di giornale, quei giganteschi
fogli che guardavamo con così tanto sospetto da piccoli; forse, però, la più
semplice e divertente tra le risposte la possiamo ottenere nelle sale dei cinema,
ed in particolare in un magnifico film prodotto dalla collaborazione
Disney-Pixar, intitolato “Inside Out”. Eccole là, le emozioni che sconvolgono
così tanto la nostra vita (gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto),
presentarsi come cinque strani esseri che, insieme a poliziotti, catalogatori
di ricordi, star della “cine-produzione sogni”, popolano le profonde caverne
della nostra mente. Esse possono modificare lo stato d’animo dell’individuo,
guidando le nostre azioni grazie ad un pannello di controllo che può
essere aggiornato in base allo sviluppo dell’essere umano, in modo tale che ci
siano sempre nuove funzionalità adeguate all’età dell’individuo. Ovviamente,
non possono mancare lotte interne, come quella tra gioia e tristezza, che
si protrae durante tutto il film, fino a quando finalmente l’una capirà il valore
imprescindibile dell’altra: non esiste gioia senza tristezza, né tristezza
senza gioia! E’ così che la Disney, con un vero e proprio capolavoro, ci presenta
la mente umana, concentrandosi sul momento più cruciale della nostra
esistenza, l’infanzia, mostrandoci allo stesso tempo anche la psiche dei nostri
genitori, il loro affetto, la loro “mano pesante”. Pone dinnanzi ai nostri occhi
i problemi e le paure che abbiamo dovuto superare quando eravamo piccoli,
come in un gigantesco flashback universale, per ricordare a noi ragazzi
il valore della famiglia, dell’amicizia e per mostrare ai più piccoli cosa significhi
e cosa comporti crescere. Un lungometraggio, quindi, adatto sia ai
grandi sia ai piccoli, che vale assolutamente il prezzo del biglietto. Alcune
curiosità: la Disney aveva pensato inizialmente a ben ventisette emozioni,
selezionandone alla fine solamente sei, le cinque nominate in precedenza più
“sorpresa”, eliminata in corso d’opera. Ogni emozione ha una forma ed un
colore ben preciso: “gioia” è una stella gialla, “rabbia” un mattone di fuoco
rosso, “disgusto” un broccolo verde, “tristezza” una lacrima azzurra, “paura”
un nervo violaceo. In Giappone, i broccoli sono stati sostituiti dai peperoni
verdi, più odiati dai bambini nipponici. Infine, “gioia”, è sempre circondata
da un’aura blu, per sottolineare il suo legame profondo con tristristezza.

Giacomo Crippa

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