Fulmine di pegasus (scherzavo, non è un articolo sui Cavalieri dello Zodiaco)

Sicuramente, la maggior parte di voi ha già sentito parlare di
quel “bubbolio lontano” che terrorizzava il buon vecchio Pascoli.
Al di là delle sue corrispondenze tragiche, dietro al fenomeno
protagonista di tre dei suoi più celebri componimenti, ovvero il
“Temporale”, si cela del chiaro elettromagnetismo, trattasi di corpi
dotati di carica elettrica che viaggiano in un campo elettrico
o magnetico.

In questo caso, si discuterà il loro comportamento
all’interno di un campo elettrico della nostra atmosfera. Nelle
vicinanze della superficie terrestre abbiamo un campo di circa
100 Volt per metro, che s’indebolisce con l’aumento dell’altitudine.
Tra la terra e l’atmosfera vi è quindi una differenza di potenziale
media di circa 200 volt, ma allora perché non siamo galvanizzati
continuamente da questo potenziale elettrico ? Finché
i nostri piedi permangono a terra, siamo allo stesso potenziale
della Terra e le superfici con lo stesso potenziale sono distorte
dalla nostra presenza, cosa che garantisce la nostra incolumità.
La corrente che elettrizza l’aria, comunque, è piccola perché l’atmosfera
è un cattivo conduttore di elettricità. Insomma, non è
così buono come il rame di cui sono fatti i fili elettrici dei nostri
impianti casalinghi, ed è per questo motivo che non possiamo
sfruttarla per ricaricare i nostri smartphone! L’esistenza di questa
corrente è data dalla “negativizzazione elettrica” (quando una
carica acquista un elettrone) di una carica o dalla sua “positivizzazione”
(cioè quando cede un elettrone e quindi diventa una
carica positiva). Indipendentemente dalla carica, quello che si
genera a seguito di uno di questi due processi sopraelencati è
uno ione. Alcuni di questi ioni (più grandi) si formano tramite la
radioattività naturale del nostro pianeta, nelle zone vicino la superficie
terrestre. Queste radiazioni, provenienti dal decadimento
di alcuni elementi(ad esempio il Radon), vanno ad ionizzare
le molecole dell’aria e formano degli ioni grandi. La corrente
elettrica atmosferica sarà data dal movimento, lento, di questi
ioni grandi. Questa lentezza spiega perché la corrente è molto
piccola (diecimila miliardesimi di Ampere per metro quadrato).
Va detto, però, che la Terra è un gigantesco contenitore di
elettroni e dunque le cariche negative escono e vanno verso l’alto,
mentre quelle positive vanno verso la Terra. La corrente sarà
sicuramente piccola, ma la Terra è grande e ciò implica che, globalmente,
“scende” a Terra una corrente di 1500 Ampere circa .
Ora, in questa situazione s’introducono proprio i fulmini,
protagonisti dei temporali! Nelle regioni in cui c’è bel tempo,
la routine quotidiana è che cariche negative vengano spinte
verso l’alto dal campo elettrico terrestre e quelle positive
verso il basso. I fulmini sono in sostanza la maniera attraverso
la quale la Terra assorbe nuovamente le cariche negative.
Nel processo di produzione dei fulmini, intervengono, però, i
venti d’aria sia verso il basso che verso l’alto. Infatti, nelle nubi
si ha che questi venti portano a collisioni tra stille d’acqua e
frammenti di ghiaccio; quando ciò accade, in pratica, gli elettroni
sono strappati via da queste particelle, che si scontrano
tra loro e si collocano nella parte bassa della nube, mentre le
cariche positive occupano la parte superiore. La concentrazione
di cariche negative nella parte bassa della nube attrae le
cariche positive sulla superficie terrestre. A causa della distinzione
delle cariche nella nube, si hanno cariche negative nella
parte bassa di quest’ultime e cariche positive localmente nei
pressi della superficie terrestre: a questo punto saetta il dio
Apollo (no, volevo dire scatta la scintilla). Sostanzialmente,
tra nube e Terra si genera una differenza di potenziale grande,
e le cariche negative della nuvola iniziano la loro discesa
verso terra. Tale manipolo di cariche negative che discendono
si dirige verso la superficie terrestre fino ad entrarci in
contatto: a quel punto, una serie di scariche trasferisce una
quantità di cariche negative alla Terra, ricaricandola. Quando
il fulmine colpisce, l’aria attorno ad esso si riscalda per poi
dilatarsi, comprimendo l’aria più vicina. In questo modo, si
genera un’onda d’urto nell’aria, risultante in un’onda acustica
udibile con il classico tuono. Inoltre, quando il fulmine è lontano,
accade che il rumore arrivi al nostro orecchio qualche
secondo dopo che abbiamo visto la luce del fulmine. Questo
perché la luce viaggia a 300mila km/s, mentre il suono viaggia
a circa 340 m/s. Con un semplice calcolo si può risalire
al luogo d’impatto della scarica elettrica! Perciò, la prossima
volta che sarete impegnati a leggervi le poesie simboliste di
Pascoli, pensate anche al fatto che, oltre al valore simbolico
di morte che si ripete come una fissa nelle sue opere (la vede
ovunque), c’è anche tutto un modo fisico da scoprire dietro
ad alcune di queste, che tutto è, tranne che monotono e triste!

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