RECENSIONE ANIME: Neon Genesis Evangelion

Poco più di un mese fa, esattamente il 25 settembre, è stato trasmesso al cinema solo per un giorno, grazie alla Nexo Digital, il terzo film di Evangelion, ovvero Evangelion 3.33 – You can (not) redo.
Quanti di voi si stanno chiedendo di cosa io stia scrivendo?

Ebbene, Shin Seiki Evangelion, meglio noto come Neon Genesis Evagelion, traducibile come “Il vangelo del nuovo secolo”, probabilmente è la saga robotica più acclamata di tutto il mondo, nonché l’anime più importante degli anni ’90 e la pietra miliare dell’animazione giapponese.
Ma non è solo questo.
Evangelion è un vero e proprio fenomeno di massa di cui tutti gli appassionati, e non, dovrebbero essere a conoscenza.
È stato addirittura definito da più fan come una sorta di Divina Commedia in miniatura del mondo animato del Sol Levante. Sebbene possa sembrare un’affermazione alquanto azzardata, che io stessa non condivido pienamente, è comunque utile per rendersi conto dell’importanza dell’opera.
La serie, creata dallo studio Gainax e diretta e sceneggiata dall’ormai celeberrimo regista Hideaki Anno, conta 26 episodi (a cui sono stati aggiunti due film come finale alternativo), ma per il grande successo è stata (e lo è tutt’ora) commercializzata in tutti i modi: tramite gadget di ogni tipo, videogames, action figures, un’infinità di manga (tra cui si ricorda quello dello stesso character designer della serie, Yoshiyuki Sadamoto, concluso proprio a giugno di quest’anno), e per finire una quadrilogia, ancora in corso, di film cinematografici, un vero e proprio “Rebuild” della serie (di cui il sopracitato Evangelion 3.33 è l’ultimo uscito).

Anno 2015. Neo-Tōkyō 3. L’umanità, a distanza di quindici anni da una catastrofe di impatto planetario (il Second Impact), è costretta a combattere contro gli Angeli, esseri dalle svariate fattezze, tramite gli EVA, o Evangelion, degli enormi mecha dati alla luce dall’enorme sviluppo tecnologico compiuto dalla scienza.
In questo contesto, Shinji Ikari, ragazzino di quattordici anni, viene costretto a pilotare un EVA (precisamente lo 01) dalla Nerv, organizzazione paramilitare, al cui comando è il suo stesso padre, Gendō Ikari.
Sebbene la sinossi della trama appaia abbastanza semplice e lineare, non lo è altrettanto la sua comprensione e la sua interpretazione, tant’è che lo stesso Anno affermerà in un’intervista che Evangelion è come un puzzle, e come tale ogni persona può dargli un’interpretazione diversa pensando ed immaginando il proprio mondo.
I numerosi e frequenti riferimenti religiosi (soprattutto all’Ebraismo e alla Cabala, al Cristianesimo, allo Gnosticismo ed anche se in maniera minore allo Shintoismo) filosofici e psicologici (tra cui troviamo riferimenti a Freud ed ai testi di Schreber, come afferma lo stesso regista) rendono infatti alquanto complessa e criptica l’opera. Ma questo è uno dei punti di forza della serie, tant’è che tutt’oggi, dopo poco meno di vent’anni dal suo esordio, è una delle opere più discusse e più amate nel panorama dell’animazione nipponica.
Un altro elemento fondamentale della serie, è sicuramente l’accurata introspezione dei personaggi, tanto reali quanto estremizzati.
Essi, tutti forti all’apparenza, sono però anche inevitabilmente tutti fragili, prede del loro presente, ma ancor più del loro passato. La caratterizzazione dei personaggi raggiunge vette davvero alte, tanto da renderli indelebili nella mente dello spettatore, anche se presenti in un solo ed unico episodio.
Fra tutti, spicca sicuramente Shinji, il protagonista, i cui flussi di coscienza hanno come argomento principale la paura del contatto con il prossimo, l’utilità (o meglio, l’inutilità) del proprio essere, e quindi lo scopo della vita.
Per questo, sotto molteplici aspetti, Shinji potrebbe sembrare un vero e proprio anti-eroe, che, fragile ed indeciso, cerca di fuggire sempre da ciò che gli provoca dolore, e che conscio della sua inutilità, sale sull’EVA non tanto per gli altri, quanto per se stesso, per placare appunto quel senso di vuoto che cresce inesorabile dentro di lui. Ma proprio perché eccessivamente umano, lo spettatore ben riesce ad immedesimarsi in lui e a vivere in prima persona tutti i drammi psicologici e non, che affliggono il giovane pilota.
Oltre all’elemento introspettivo, è opportuno anche aggiungere una piccola nota inerente alla scienza ed alla tecnologia, che vengono viste come il mezzo con cui l’uomo può avvicinarsi sempre più alla divinità creatrice del tutto, se non addirittura sostituirsi ad essa.
Da ciò segue l’accentuato antropocentrismo di Gendō, pianificatore del progetto del ‘Perfezionamento dell’uomo’, oltre che dei membri della Seele, associazione segreta che, per così dire, tira le fila del mondo, di cui la Nerv è come l’organo esecutivo.
Altro tratto caratteristico della trama è l’interrogativo martellante che concerne il rapporto tra l’essere umano e Dio, e la loro rispettiva identità. Che cos’è Dio, e che cos’è l’Uomo? Lo sviluppo della storia non fa altro che accrescere il desiderio di arrivare ad una risposta definitiva, ma sebbene dia degli spunti molto interessanti, non fornisce mai una verità certa e definitiva.
È bene sottolineare il fatto che la possibilità di capire questo anime nella sua interezza sia pressoché impossibile, non solo per la sua complessità e per il suo finale aperto, ma anche perché la maggior parte degli avvenimenti non vengono spiegati ma lasciati alla libera interpretazione del singolo individuo.
Tuttavia come ho già scritto, questo è uno dei punti di forza della serie, che inducendo lo spettatore a ragionare, anche (e soprattutto) dopo la sua fine, lascerà un segno indelebile nella sua mente e nel suo cuore.
Quello che infatti rimane, è un’opera che anche a distanza di anni affascina e fa riflettere, ponendo temi e spingendo chi lo guarda a darsi delle risposte, perché ognuno può interpretarla a suo modo favorendo la propria crescita personale.
Evangelion è un’opera dove nulla è casuale e tutto ha una ragione, anche il dettaglio più insignificante.
Aspettando l’uscita in Giappone dell’ultimo film della nuova quadrilogia, forse previsto per il 2014, non posso far altro che consigliare a tutti questa bellissima serie.

Irene Nejadmasoum

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